DALL’11 MAGGIO AL 22 AGOSTO 2021 – MUCIV – MUSEO DELLE CIVILTÀ – ROMA
DALL’11 MAGGIO AL 22 AGOSTO 2021
MUCIV – MUSEO DELLE CIVILTÀ – ROMA

Un viaggio inedito attraverso storia, antropologia, artigianato, archeologia, arte contemporanea, saperi ancestrali, cooperazione tra i Paesi, turismo comunitario e sostenibile.
L’IILA – Organizzazione internazionale italo-latino americana presenta a Roma una mostra interdisciplinare dedicata al Qhapaq Ñan, Il grande cammino delle Ande. Dal passato al presente, la mostra attraversa storia, antropologia, artigianato, archeologia, saperi ancestrali, cooperazione tra i Paesi, turismo comunitario e sostenibile, arrivando all’ arte contemporanea.
Il Qhapaq Ñan è il sistema viario andino creato dagli Incas sulla base di infrastrutture preincaiche, le cui ramificazioni arrivano a toccare sei Paesi dell’America del Sud: Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù, per un totale di oltre 30.000 chilometri. Questo Cammino attraversa una delle aree geografiche più estreme al mondo, che va dai 6.000 metri delle vette delle Ande, passando per aridi deserti e foreste pluviali, fino a raggiungere le coste.
La mostra è un viaggio inedito e approfondito che mette in evidenza le tracce lasciate dalla cultura preincaica e incaica che hanno attraversato il Qhapaq Ñan. Grazie a questa infrastruttura così straordinaria gli Incas garantivano il flusso di idee, poteri, merci e cosmologie all’interno del territorio, vasto 5 milioni di km2, dando un carattere unitario all’Impero.
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La mostra è l’occasione per scoprire una selezione di reperti archeologici del MUCIV – Museo delle Civiltà, la collezione preistorico-etnografica Luigi Pigorini, con oggetti provenienti dai luoghi di origine del Qhapaq Ñan di diverse epoche precolombiane: oggetti rituali posti a corredo delle sepolture andine, che risultano essere la testimonianza dei costanti scambi intercorsi tra le numerose civiltà, da quelle pre-incaiche agli Inca.
Inserito nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2014, il Qhapaq Ñan è stato oggetto di studio nei più svariati ambiti (archeologico, ingegneristico, storico, antropologico). Considerato un potente mezzo di comunicazione tra i popoli, ancora oggi continua a compiere, come ha fatto per secoli, la sua funzione di connettore tra le comunità e veicolo di scambi economici e culturali, proprio come le grandi vie consolari dell’Impero Romano.
«È importante ricordare questo splendido modello di integrazione, valorizzarlo e riproporlo in chiave moderna, ad esempio realizzando le infrastrutture viarie necessarie a collegare agevolmente i Paesi della Regione. Lo hanno fatto gli Inca, possiamo e dobbiamo farlo anche oggi, in un momento in cui l’aggregazione è fondamentale per affrontare le sfide globali» ha evidenziato la Segretario Generale dell’IILA Antonella Cavallari.
La mostra è stata curata da Rosa Jijón, curatrice indipendente ex Segretario Culturale IILA in collaborazione con Nuria Sanz, coordinatrice del Progetto di Candidatura del Qhapaq Ñan del Centro del Patrimonio Mondiale, UNESCO – Parigi, José de Nordenflycht, storico e critico d’arte e Donatella Saviola, americanista del Museo delle Civiltà – Museo Preistorico ed etnografico Luigi Pigorini, e allestita negli spazi dello stesso.
Il Qhapaq Ñan è senza dubbio una delle grandi imprese umane del mondo antico e oggi continua a tessere legami tra le modalità ancestrali e contemporanee del pensare e sperimentare il mondo andino. A dimostrazione di quanto il Qhapaq Ñan sia un patrimonio vivo, che coniuga passato, presente e ricchezza simbolica, l’arte contemporanea fa da contrappunto ai saperi ancestrali, mostrando come questi, insieme alla cosmovisione andina, abbiano ispirato opere di artisti contemporanei. José de Nordenflycht, curatore della sezione contemporanea, uno dei principali esperti di questo patrimonio in relazione alla produzione contemporanea, ha invitato sei artisti visivi: Gracia Cutuli (Argentina), Joaquín Sánchez (Bolivia), Cecilia Vicuña (Cile), Gabriel Vanegas (Colombia), Estefanía Peñafiel Loaiza (Ecuador), Mariano León (Perù), affidando loro il compito di proporre modi diversi di percorrere i tratti di questo itinerario culturale, permettendo al visitatore di vivere attraverso i sensi un’esperienza utile a completare l’informazione scientifica, basata sui registri visibili archeologici, antropologici e storici. Arricchisce questo panorama sulla cultura e sui popoli del Qhapaq Ñan il lavoro di Claudio Pérez, fotografo documentarista cileno che presenta “Qhapaq Ñan ATACAMA” un lavoro antropologico e geografico che trova la sua origine nell’osservazione della resistenza culturale di questi territori e che mostra in modo multidisciplinare parte del percorso attuale del Cammino Inca.
Dopo la chiusura dei musei causata dall’emergenza sanitaria Covid-19 la mostra si apre sancendo anche l’inizio del mandato del nuovo Segretario Culturale IILA Jaime Nualart.
Per la produzione della mostra l’IILA si è avvalsa inoltre del supporto di DGCS – MAECI (Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), CAF – Banco de Desarrollo de América Latina e Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale e il più grande operatore indipendente di reti per la trasmissione di energia elettrica in Europa.
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Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
Un viaggio inedito attraverso storia, antropologia, artigianato, archeologia, arte contemporanea, saperi ancestrali, cooperazione tra i Paesi, turismo comunitario e sostenibile.
L’IILA – Organizzazione internazionale italo-latino americana presenta a Roma una mostra interdisciplinare dedicata al Qhapaq Ñan, Il grande cammino delle Ande. Dal passato al presente, la mostra attraversa storia, antropologia, artigianato, archeologia, saperi ancestrali, cooperazione tra i Paesi, turismo comunitario e sostenibile, arrivando all’ arte contemporanea.
Il Qhapaq Ñan è il sistema viario andino creato dagli Incas sulla base di infrastrutture preincaiche, le cui ramificazioni arrivano a toccare sei Paesi dell’America del Sud: Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador e Perù, per un totale di oltre 30.000 chilometri. Questo Cammino attraversa una delle aree geografiche più estreme al mondo, che va dai 6.000 metri delle vette delle Ande, passando per aridi deserti e foreste pluviali, fino a raggiungere le coste.
La mostra è un viaggio inedito e approfondito che mette in evidenza le tracce lasciate dalla cultura preincaica e incaica che hanno attraversato il Qhapaq Ñan. Grazie a questa infrastruttura così straordinaria gli Incas garantivano il flusso di idee, poteri, merci e cosmologie all’interno del territorio, vasto 5 milioni di km2, dando un carattere unitario all’Impero.
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La mostra è l’occasione per scoprire una selezione di reperti archeologici del MUCIV – Museo delle Civiltà, la collezione preistorico-etnografica Luigi Pigorini, con oggetti provenienti dai luoghi di origine del Qhapaq Ñan di diverse epoche precolombiane: oggetti rituali posti a corredo delle sepolture andine, che risultano essere la testimonianza dei costanti scambi intercorsi tra le numerose civiltà, da quelle pre-incaiche agli Inca.
Inserito nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2014, il Qhapaq Ñan è stato oggetto di studio nei più svariati ambiti (archeologico, ingegneristico, storico, antropologico). Considerato un potente mezzo di comunicazione tra i popoli, ancora oggi continua a compiere, come ha fatto per secoli, la sua funzione di connettore tra le comunità e veicolo di scambi economici e culturali, proprio come le grandi vie consolari dell’Impero Romano.
«È importante ricordare questo splendido modello di integrazione, valorizzarlo e riproporlo in chiave moderna, ad esempio realizzando le infrastrutture viarie necessarie a collegare agevolmente i Paesi della Regione. Lo hanno fatto gli Inca, possiamo e dobbiamo farlo anche oggi, in un momento in cui l’aggregazione è fondamentale per affrontare le sfide globali» ha evidenziato la Segretario Generale dell’IILA Antonella Cavallari.
La mostra è stata curata da Rosa Jijón, curatrice indipendente ex Segretario Culturale IILA in collaborazione con Nuria Sanz, coordinatrice del Progetto di Candidatura del Qhapaq Ñan del Centro del Patrimonio Mondiale, UNESCO – Parigi, José de Nordenflycht, storico e critico d’arte e Donatella Saviola, americanista del Museo delle Civiltà – Museo Preistorico ed etnografico Luigi Pigorini, e allestita negli spazi dello stesso.
Il Qhapaq Ñan è senza dubbio una delle grandi imprese umane del mondo antico e oggi continua a tessere legami tra le modalità ancestrali e contemporanee del pensare e sperimentare il mondo andino. A dimostrazione di quanto il Qhapaq Ñan sia un patrimonio vivo, che coniuga passato, presente e ricchezza simbolica, l’arte contemporanea fa da contrappunto ai saperi ancestrali, mostrando come questi, insieme alla cosmovisione andina, abbiano ispirato opere di artisti contemporanei. José de Nordenflycht, curatore della sezione contemporanea, uno dei principali esperti di questo patrimonio in relazione alla produzione contemporanea, ha invitato sei artisti visivi: Gracia Cutuli (Argentina), Joaquín Sánchez (Bolivia), Cecilia Vicuña (Cile), Gabriel Vanegas (Colombia), Estefanía Peñafiel Loaiza (Ecuador), Mariano León (Perù), affidando loro il compito di proporre modi diversi di percorrere i tratti di questo itinerario culturale, permettendo al visitatore di vivere attraverso i sensi un’esperienza utile a completare l’informazione scientifica, basata sui registri visibili archeologici, antropologici e storici. Arricchisce questo panorama sulla cultura e sui popoli del Qhapaq Ñan il lavoro di Claudio Pérez, fotografo documentarista cileno che presenta “Qhapaq Ñan ATACAMA” un lavoro antropologico e geografico che trova la sua origine nell’osservazione della resistenza culturale di questi territori e che mostra in modo multidisciplinare parte del percorso attuale del Cammino Inca.
Dopo la chiusura dei musei causata dall’emergenza sanitaria Covid-19 la mostra si apre sancendo anche l’inizio del mandato del nuovo Segretario Culturale IILA Jaime Nualart.
Per la produzione della mostra l’IILA si è avvalsa inoltre del supporto di DGCS – MAECI (Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), CAF – Banco de Desarrollo de América Latina e Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale e il più grande operatore indipendente di reti per la trasmissione di energia elettrica in Europa.
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Gli artisti del Qhapaq Ñan
Nella sezione d’arte contemporanea curata da José de Nordenflycht, sei artisti visivi propongono modi diversi di percorrere i tratti di questo itinerario culturale, permettendo al visitatore di vivere attraverso i sensi un’esperienza utile a completare l’informazione scientifica, basata sui visibili registri archeologici, antropologici e storici.
Gli artisti del Qhapaq Ñan
Nella sezione d’arte contemporanea curata da José de Nordenflycht, sei artisti visivi propongono modi diversi di percorrere i tratti di questo itinerario culturale, permettendo al visitatore di vivere attraverso i sensi un’esperienza utile a completare l’informazione scientifica, basata sui visibili registri archeologici, antropologici e storici.